Una ricerca mostra che sono gli influencer, non le reti social, ad amplificare le differenze tra di noi. Ma Come possiamo evitare l’estremismo sui social media?
Ogni volta che accedo a Facebook, apro il mio feed di notizie – come tutti quelli che conosco, ed è pieno di amici, parenti e conoscenti che discutono dell’inflazione, della mancanza di lavoro e dell’operato del governo. Facebook è diventato un campo di battaglia tra le varie “fazioni”.
Ma cosa c’è nei social media che rende le persone così polarizzate?
Esperimento: c’è estremismo sui social media?
Per scoprirlo, i miei colleghi e io abbiamo condotto un esperimento sui social media in cui abbiamo diviso “Governo” e “Opposizione” in gruppi di discussione separati.
Successivamente, abbiamo scelto le questioni più polarizzanti a cui potevamo pensare: Immigrazione e Reddito di cittadinanza.
Abbiamo chiesto a ogni partecipante cosa ne pensassero di questi problemi, quindi abbiamo lasciato che le persone parlassero e rivedessero le loro opinioni. Dopo diversi cicli di discussione e revisione, abbiamo valutato il punto di vista di ogni gruppo.
Con nostra sorpresa, i gruppi non hanno reso le persone più polarizzate, ma meno. Allora non sono i social media che ci rendono estremisti.
Dopo aver interagito nei social network con persone che la pensano allo stesso modo, ogni gruppo, pro o contro il governo aveva adottato un’opinione più moderata.
Tutti i gruppi di discussione si sono mossi indipendentemente verso opinioni che erano più vicine alle opinioni sul lato “opposto” dello spettro politico.
In quanto studioso di internet, sono abituato a essere sorpreso dai risultati dei miei stessi esperimenti. La tecnologia ci ha permesso di accedere a più informazioni sulle persone tramite i social network, sfatando molte delle nostre ipotesi sul comportamento umano.
Ma anche il mio team di collaboratori è rimasto sorpreso: Perché il nostro esperimento sui social media ha provato l’opposto di ciò che accade sempre nel mondo reale dei social media?
Il problema sono gli Influencer
La risposta sta in qualcosa che i social media hanno amplificato: Gli Influencer.
Ormai, la maggior parte di noi ha una comprensione abbastanza specifica di cosa sia un influencer.
La parola evoca una persona giovane e ricca il cui stile di vita è sponsorizzato da aziende come Instagram, TikTok , Clubhouse o YouTube.
Ma la parola ha un significato molto specifico nella rete. Nei social media, le reti tendono ad essere centralizzate: un piccolo numero di persone, o forse solo una persona, al “centro” della rete è connesso a molte altre persone nella “periferia”. Le moltitudini nella periferia del social network hanno solo un numero modesto di connessioni, mentre i pochi – i cosiddetti “influencer” – al centro della rete sono collegati a quasi tutti. Questo mette queste persone nella potente posizione di poter esercitare un livello sproporzionato di “influenza” sul gruppo.
Al contrario, le reti utilizzate nel nostro studio erano “egualitarie”, l’opposto di centralizzate. In una rete egualitaria, tutti hanno lo stesso numero di contatti, e quindi influenza, in tutta la rete.
Reti centralizzate contro reti egualitarie
La caratteristica chiave di una rete egualitaria è che nuove idee e opinioni possono emergere da qualsiasi parte della comunità e diffondersi a tutti. Ma nelle reti centralizzate, come molti siti di social media, le idee vengono filtrate, o talvolta persino bloccate, da un potente influencer sociale.
Le reti centralizzate ed egualitarie hanno effetti molto diversi sui pregiudizi estremisti e sull’accettazione di nuove idee.
In un gruppo centralizzato, se l’influencer al centro mostra anche una piccola quantità di pregiudizi estremisti, può essere amplificata in tutto il gruppo.
Ma nelle reti egualitarie, le idee si diffondono in base alla loro qualità e non alla persona che le reclamizza. C’è molta saggezza nelle periferie della rete, nelle persone normali con buone idee. Quando il social network consente a queste persone di parlare tra loro, un nuovo modo di pensare che sfida i pregiudizi di un gruppo può prendere piede e diffondersi.
Per vedere come le reti egualitarie potrebbero influenzare altri tipi di questioni controverse, abbiamo condotto un altro esperimento tra fumatori e non fumatori discutendo dei rischi del fumo di sigaretta.
Gli effetti furono gli stessi dello studio precedente. Entrambi i gruppi si sono mossi verso una comprensione più accurata dei rischi legati al fumo. Inoltre, quando i partecipanti sono stati intervistati dopo lo studio, hanno riferito di aver sviluppato opinioni più moderate. Sia i fumatori che i non fumatori erano giunti a considerare l’altro gruppo come più ragionevole e affidabile di quel che pensavano.
Ma lo scambio di idee e l’eliminazione dei pregiudizi funzionano solo quando le reti sono egualitarie.
L’organizzazione delle reti sui Social Network
Il problema dei pregiudizi di parte è esacerbato sui social media perché le reti sono spesso organizzate attorno a pochi influencer chiave.
Questa caratteristica dei social media è uno dei motivi principali per cui la disinformazione e le notizie false sono diventate così pervasive.
Nelle reti centralizzate, gli influencer estremisti hanno un impatto sproporzionato sulla loro comunità, consentendo a piccole voci e supposizioni di essere amplificate in idee sbagliate e false credenze diffuse.
Il nostro paese ha lottato a lungo con pregiudizi e polarizzazione. Ma la questione sta per diventare molto più urgente. Mentre il dibattito sulla vaccinazione Covid-19 si riscalda, i punti di vista estremisti diventeranno senza dubbio radicati nelle comunità con potenti influencer al loro centro.
Se vogliamo sradicare, o almeno ridurre l’estremismo, dovremmo ripensare a come operano le nostre comunità online. La soluzione al problema dei No Vax non è eliminare i gruppi di discussione. Piuttosto, dare più equità alle reti social in cui le persone discutono.
C’è estremismo sui social media o sono gli influencer che ci “influenzano” negativamente? Limitando il potere degli influencer i gruppi diventeranno meno prevenuti e più informati anche se partono da opinioni estreme e opposte.